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15 aprile 2025

"Sapersi rialzare" questo è il nostro augurio per la Pasqua

 “Sapersi rialzare. La gioia della Risurrezione”

predica quaresimale di padre Roberto Pasolini (predicatore della Casa Pontificia)

Padre Roberto Pasolini ha evidenziato che Gesù, appena risorto, “non sente il bisogno di prendersela con niente e con nessuno per quanto è successo".
È il mistero della risurrezione da leggere nel presente della propria vita.

Un incontro vivo e appassionato con il Risorto

guardare alla risurrezione significa non lasciarsi sopraffare dalla paura della sofferenza e della morte, ma mantenere lo sguardo fisso sulla mèta verso cui l’amore di Cristo ci guida”, cosa che “richiede una rinuncia preziosa: abbandonare la convinzione che sia impossibile rialzarsi dai fallimenti e dalle sconfitte con un cuore fiducioso, pronto a ricominciare e a riaprirsi agli altri"
in particolare “a chi ci ha ferito"

Non prendersela

...la più grande sorpresa contenuta nei Vangeli” è che Cristo, risorgendo dai morti, ci ha lasciato “una testimonianza meravigliosa di come l’amore sia capace di rialzarsi dopo una grande sconfitta per proseguire il suo inarrestabile cammino”  
Contrariamente a quanto accade a noi che “ogni volta che riusciamo a risollevarci e a riprenderci, dopo aver subito un forte trauma nell’ambito degli affetti” pensiamo subito “come poterci prendere qualche rivincita, per esempio facendola un po’ pagare a chi riteniamo responsabile di quanto abbiamo sofferto”, Gesù, appena risorto, “non sente il bisogno di prendersela con niente e con nessuno per quanto è successo, né di affermare la sua superiorità su quanti si sono resi protagonisti o complici della sua morte”, semplicemente sceglie di “manifestarsi ai suoi amici, con grande parsimonia e gioiosa modestia”, ha chiarito padre Pasolini. Questo perché la risurrezione è “esperienza di amore”, non “atto di potenza da parte di Dio”. Un amore “capace di lasciarsi scivolare tutto alle spalle”, ma questo “non significa che Dio sia impermeabile o insensibile alla sofferenza”, semmai insegna che “chi ama davvero non sente il bisogno di contare i torti subiti, perché la gioia di ciò che ha vissuto supera ogni rancore, anche quando le cose non sono andate come aveva immaginato”. E poi “prendersela quando le cose non vanno come previsto è inutile più fecondo è riprendere la via dell’incontro, con la fiducia che ci sia ancora molto da vivere e da scoprire”.
 “Rimanere liberi anche nelle relazioni più difficili è l’unico modo per far riaffiorare la possibilità della vita attraverso un perdono autentico, capace di rigenerare i legami logorati dal tempo e dal peccato”....“senza rancore né risentimento, si diventa testimoni di quell’amore più grande che né le acque del male né la morte possono spegnere”.
La vera felicità dipende dalla pace con cui accogliamo ciò che la vita offre
“Se ci accorgiamo di restare spesso delusi o di prendercela troppo quando le cose non vanno come avevamo immaginato, forse dovremmo chiederci con quanta gratuità stiamo vivendo le nostre relazioni”.
Perché altrimenti si rischia “di trascorrere il tempo a lamentarci, a puntualizzare e a cercare compensazioni per le delusioni subite, diventando pesanti per noi stessi e per gli altri”. E invece “la vera felicità, quella che ci rende davvero amabili, non dipende dalle circostanzeo dagli altri, bensì dalla pace con cui accogliamo ciò che la vita ci offre”.

Un amore che non si può insegnare né spiegare, ma solo trasmettere

Un altro grande insegnamento lasciatoci da Cristo emerge dal modo in cui si manifesta ai suoi discepoli, ha fatto notare il religioso cappuccino. “Gesù mostra subito i segni della passione perché è completamente riconciliato con quanto ha vissuto e sofferto”,desiderando “che anche i suoi amici trovino presto la pace e non restino chiusi dentro un inutile senso di colpa”. Questo ci fa capire che “solo quando scorgiamo nel volto di chi abbiamo offeso o tradito il segno di una pace autentica, possiamo sperare di ritrovarci in una comunione nuova, forse più solida, con lui e con noi stessi”. E infatti “Gesù sta davanti ai suoi discepoli con la felicità di chi ha avuto un buon motivo per soffrire e morire:quel motivo sono proprio loro”. E allora “risorgere è godere del sorriso di qualcuno che è felice anche se tu lo hai deluso”, e ti ha comunque offerto “il suo amore”. “Un amore diquesto tipo non si può insegnare né spiegare, ma solo trasmettere” 

Non fermarsi a una fede fatta  di idee preconfezionate

Ma se risorgendo Cristo ridà vita a chi l’ha perduta e restituisce “fiducia a chi non ha più la forza di credere”, “lasciarsi rigenerare, tuttavia, non è facile”. Lo dimostra “Tommaso,che non era presente quando Gesù appare e dona ai discepoli lo Spirito e la pace” e che“incarna quella parte di noi che non si accontenta di asciugarsi le lacrime e abbozzare un sorriso forzato” ma cerca “una risposta vera, capace di reggere di fronte allo scandalo del dolore e della perdita, a quel mistero doloroso per cui anche le cose più belle,inspiegabilmente, possono finire”. Insomma, Tommaso “vuole toccare con mano le ferite dell’amore”, “pretende una prova concreta, un segno tangibile che il dolore non è stato cancellato, ma attraversato e trasformato”. Ma un tale comportamento non è un rifiuto della “fede per ostinazione”, ha specificato il predicatore della Casa Pontificia, semmai“piuttosto che accettare passivamente il racconto degli altri” il discepolo incredulo “ha scelto di prendersi il tempo necessario per lasciarsi raggiungere dall’amore di Cristo, fino a poterne fare un’esperienza personale e profonda”. Il prezioso insegnamento da trarre è che “la gioia della risurrezione appartiene a chi ha il coraggio di non fermarsi a una fede fatta di slogan e idee preconfezionate”.

Vivere la realtà come Figli di Dio
Infine Gesù che si manifesta con “un corpo risorto dalla morte” ci svela che il destino che ci attende è “la risurrezione della carne, non solo la salvezza dell’anima”. E c’è poi un importante aspetto da tenere presente: intrattenendosi con i suoi discepoli in vari momenti della quotidianità mostra “che dopo la sua risurrezione dai morti ogni momento della vita può diventare manifestazione e anticipazione del Regno dei cieli”. Dunque“mangiare, lavorare, camminare, pulire, scrivere, aggiustare, attendere, affrettare: tutto,ma proprio tutto quello che la realtà ci consente di vivere può esprimere un modo nuovo di vivere le cose, quello dei figli di Dio” ha sintetizzato padre Pasolini, che ha infine evidenziato che “conseguenza meravigliosa e terribile della Pasqua” è che la realtà “così com’è può diventare occasione di felicità, se sappiamo viverla nella logica della comunione con gli altri e nella gratitudine”, ma nella consapevolezza che la vita non è“priva della croce”.










26 marzo 2025

Siete invitati al Chiostro di Voltorre

 Acquistate il catalogo della mostra in edizione numerata con un'offerta per il Centro Diurno a partire da 25,00 euro oppure delle stampe messe a disposizione dall'Artista con un offerta minima di €5,00 Grazie (pagamento solo in contanti)

Chiostro di Voltorre


Dal 7 al 13  aprile 2025 al Chiostro di Voltorre, Gavirate 

Figure umane, ritratti, mani tese, coperte e cartoni, borse, sguardi assenti e indagatori, volti senza linguaggio:
 
il lavoro pittorico di Lorenzo Luini costruisce un panorama ordinato, mite e intelligente, senza ostentazione e senza falsa compassione.
Nelle esplosioni di colori l'artista restituisce scenari di destini invisibili, nascosti. I suoi dipinti, accompagnati da un florilegio, un itinerario, di testi di poeti dagli USA e dall'ltalia, illuminano il confine, il limite rivelando l'indicibile.
Immagini e poesie hanno un loro silenzio interno, una  solitudine.
Ombre diverse per una luce diversa.
In questo incontro di pittura e poesia si esibiscono e si producono
concerti di colori e di parole dove lo notte ha una suo luminosità, il cielo una sua densità e lo strada una sua vitalità.
Guardare e ascoltare è un porgere l'occhi e l'orecchie al silenzio devastante del rumore.
Il pittore e i poeti agendo i loro linguaggi li potenziano.
La pittura e la poesia sono animati da uno spirito che rende viva una condizione umana portata all'essenziale dove le parole si colorano e le immagini si vestono di parole sintetizzando momenti che si impongono svelando la condizione spesso silenziata degli homeless, dei barboni, dei clochard.
Immagini e poesie colpiscono per lo loro asperità, disegnano una geografia sociale e individuale, un terreno duro che lascia segni e ferite. Lo stridore che il tema produce genera nella collisione una intrusione, un turbamento: come lanciare una pietra sulla superficie dell'acqua.
Pittura e poesia qui hanno lo preoccupazione di mostrare le cose attraverso uno spessore di coscienza umana, come se obbedissero a una misteriosa legge di gravità.
I colori, i segni e le parole trasportano sempre oltre, in altre strade, altri cieli, ad altre terre, ad altre verità.

PS: la scelta dei poeti non si propone di essere ecumenica.
È un personale piccolo reticolo poetico informativo tendenzialmente in contrapposizione a costruzioni piramidali paraletterarie.
Sono poesie vagabonde nelle quali inciampare che non spiegano le immagini di Lorenzo Luini, ma nell'incontrarsi le rendono vive.
Un manipolo di poeti su percorsi sghembi, in strade ai margini che uniscono sponde lontane e oltrepassano muri.
Sandro Sardella

20 marzo 2025

Ciao Sig. Bruno




Ciao Bruno, Martedì 11 Marzo sei partito per il paradiso, dove sicuramente avrai ritrovato i tuoi "amici di merenda". Per quasi 4 mesi sei rimasto in una stanza d'ospedale senza sentire l'aria pungente del mattino, o il tepore del sole, in questi giorni ti ho raccontato qualche bugia,perdonami, specialmente quando ti hanno trasferito all'ospis a Besano. Ti ho portato i tuoi jeans e il tuo maglione d'alta moda, perché insieme saremo andati a mangiare il gelato a Porto Ceresio passeggiando sul lago che si vedeva dalla tua stanza, ovviamente avresti offerto tu. Abbiamo riso quando l'infermiera ti ha detto: " lei e sua figlia avete gli stessi capelli", e ti sei emozionato quando ti ho raccontato del nuovo centro, di come avremo festeggiato quando saresti tornato a casa ....al Viandante la tua casa..... Poi come previsto non ti sei più alzato dal tuo letto, non hai più voluto il tiramisù e neanche il budino, non mi hai più parlato, non ascoltavi più le mie bugie guardavi il lago e volevi solo dormire.......Adesso dormi di quel sonno eterno che da sollievo al tuo dolore, ma che rende triste chi ti ha voluto bene. Ti hanno sepolto senza il conforto dei tuoi amici, e a noi il cuore è andato in mille pezzi, si proprio in mille pezzi.Non ci hanno dato la possibilità di salutarti, non credevano che un senza tetto avesse degli amici, non hanno pensato....loro non sanno per quanti tu sei stato d'aiuto, non sanno quanto il tuo sorriso rendesse gioiosa una giornata, non sanno, non sanno nulla, eri solo un "funerale povero" da concludere velocemente, ma tu sei il Sig. BRUNO BANDERA amico di tanti, uomo gentile, discreto, gioioso e testone ma carico di UMANITÀ. Ciao Sig. BRUNO salutaci tutti e mi raccomando "merende sobrie"