3/06/2025
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Ciao Bruno, Martedì 11 Marzo sei partito per il paradiso, dove sicuramente avrai ritrovato i tuoi "amici di merenda". Per quasi 4 mesi sei rimasto in una stanza d'ospedale senza sentire l'aria pungente del mattino, o il tepore del sole, in questi giorni ti ho raccontato qualche bugia,perdonami, specialmente quando ti hanno trasferito all'ospis a Besano. Ti ho portato i tuoi jeans e il tuo maglione d'alta moda, perché insieme saremo andati a mangiare il gelato a Porto Ceresio passeggiando sul lago che si vedeva dalla tua stanza, ovviamente avresti offerto tu. Abbiamo riso quando l'infermiera ti ha detto: " lei e sua figlia avete gli stessi capelli", e ti sei emozionato quando ti ho raccontato del nuovo centro, di come avremo festeggiato quando saresti tornato a casa ....al Viandante la tua casa..... Poi come previsto non ti sei più alzato dal tuo letto, non hai più voluto il tiramisù e neanche il budino, non mi hai più parlato, non ascoltavi più le mie bugie guardavi il lago e volevi solo dormire.......Adesso dormi di quel sonno eterno che da sollievo al tuo dolore, ma che rende triste chi ti ha voluto bene. Ti hanno sepolto senza il conforto dei tuoi amici, e a noi il cuore è andato in mille pezzi, si proprio in mille pezzi.Non ci hanno dato la possibilità di salutarti, non credevano che un senza tetto avesse degli amici, non hanno pensato....loro non sanno per quanti tu sei stato d'aiuto, non sanno quanto il tuo sorriso rendesse gioiosa una giornata, non sanno, non sanno nulla, eri solo un "funerale povero" da concludere velocemente, ma tu sei il Sig. BRUNO BANDERA amico di tanti, uomo gentile, discreto, gioioso e testone ma carico di UMANITÀ. Ciao Sig. BRUNO salutaci tutti e mi raccomando "merende sobrie"
20/02/2025
Domenica 16 Febbraio 2025il CENTRO DIURNO IL VIANDANTE comincia una nuova "avventura"
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7/04/2024
Piccola storia di persone comuni, e di vita quasi quotidiana.
Paola, abita a Varese da tutta una vita, di professione Veterinaria, spesso le sue giornate non hanno respiro, ma nel tempo libero si dedica ad un umano e prezioso volontariato. Conosce Mitika circa 10 anni fa… Mitika è conosciuto da chi si reca a fare la spesa alla Lidel, LUI è l’uomo dei carrelli da sempre, per noi di Varese è nato insieme al discount. Paola gli si avvicina in punta di piedi, per i primi anni molto superficialmente come noi tutti, ma poi un pochino alla volta gli si avvicina di più e lo accoglie così com’è, sporco, ubbriaco, e maleodorante. Si interessa a lui, alla sua storia, ma senza invadere troppo la sua vita, Mitika questo non lo permette. Negli ultimi due anni, Mitika a causa dell’età, comincia a sviluppare un pochino di dipendenza da Paola, che pensa alle sue necessità primarie. Le persone, anche quelle impegnate nel volontariato si stupiscono e non capiscono questo occuparsi di Lui…ma Lui è proprio uno di quelli che fanno parte degli invisibili a tutti i costi, che non vogliamo assolutamente vedere, perchè se no qualche domanda seria dovremmo farcerla. Paola e Mitica comunicano tranquillamente, Paola ha imparato il “mitikese” una sorta di italiano misto al rumeno e non si sà cos’altro….Io personalmente ho conosciuto l’uomo dei carrelli proprio alla Lidel, ma era solo quello, schivo con questa espressione sempre seria e cupa. Poi 8 anni fa quando ha preso vita il Viandante l’uomo dei carelli, in silenzio ha varcato la porta del centro. Schivo, burbero, silenzioso così ho cominciato a conoscere MitiKa. Passava ogni tanto, beveva un caffè si riposava al caldo per un po’ e poi preso il suo zaino usciva in silenzio come era entrato per recarsi al suo lavoro dei carelli, si certo quello è il suo lavoro, e viene prima di tutto, non c’è neve, freddo o pioggia che lo esoneri dall’andare, non ha un contratto, non ha documenti, ha solo il suo impegno da uomo, e un accordo tacito con i responsabili e con la clientela. Gli anni passano anche per chi è senza fissa dimora, e diventando anziani si diventa fragili, come succede spesso. MitiKa negli ultimi anni è diventato più fragile sia fisicamente che emotivamente. Paola ha continuato a stargli vicino. Adesso Mitika ha bisogno di cure mediche, di un luogo dove dormire (non è più in grado di stare per strada) non è più burbero, sorride, piange quando ha paura di restare solo, ringrazia e si illuminano gli occhi azzurri quando viene accudito. MitiKa è di origine rumena, ma poco importa è un uomo che è arrivato sul nostro territorio quando aveva 40anni, nel pieno della sua vita ed è invecchiato qui da noi, nascondendosi da tutti, in case abbandonate, sottoscala e scantinati. Quando va al lavoro, guarda con occhi sognanti le montagne che circondano Varese, desiderando di andarci un giorno. IL giorno è arrivato. Mitika ha espresso il desiderio più volte a Paola di fare un giro in quelle montagne, in trent’anni non è mai uscito dall’ambiente urbano e il suo ambiente urbano non sono i giardini e i ristoranti, ma i parcheggi e le stazioni. Per Mitika è stata una giornata fantastica, in mezzo a quel bosco tanto desiderato che in qualche modo lo riporta alla sua gioventù alla sua casa. Anche per Paola è stata una bella giornata, ha regalato a MItika un sogno. Concludo usando la riflessione proprio di Paola: “Tuti noi abbiamo diritto di stare a nostro agio in un posto bello…. non c’è povertà o degrado che possa distruggere questo bisogno, quando non ce l’hai più sei già morto.”Ed io mi permetto di aggiungere questo Il Viandante cerca di dare nel suo piccolo una risposta a questo bisogno, sentirsi a proprio agio, non usato, non criticato, Accolto per quello che si è.